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sabato 1 dicembre 2012

lettera inviata al ministro Profumo:

Egr.sig. Ministro,

sono un docente dell' ITI Giordani di via Caravaggio 184 in Napoli: un istituto tecnico considerato prestigioso per la sua antica scuola di indirizzo chimico e più recente di indirizzo informatico; in questi giorni il corpo docente, gli studenti e le loro famiglie stanno vivendo momenti di poca serenità e direi di apprensione perchè le voci che si rincorrevano da un paio di mesi si sono trasformate in realtà in relazione alla volontà della amministrazione provinciale di Napoli di mettere in essere lo "movimentazione" del nostro istituto presso il plesso in cui attualmente opera l' ITI Striano in via S. Domenico, per far ospitare nella nostra sede,  da 40 anni,  di via Caravaggio, il liceo Tito Lucrezio Caro, attualmente ubicato presso una struttura in affitto in via Manzoni, nella zona di Posillipo, e ciò, a detta di molti tra cui sindacalisti della FLC-CGIL, a causa di forti pressioni politiche non meglio specificate. Ttengo a precisare  che la delibera provinciale  659 del 22/10/12 parla di accorpamento prima ancora che le autorità regionali  lo abbiano sancito attribuendosi,  quindi, una prerogativa che non ha.
Guardi, signor Ministro, una istituzione scolastica vive di rapporti empatici molto forti, e questi coinvolgono il luogo dove l'istruzione viene impartita e al di là dei problemi logistici di trasferire laboratori specialistici in una struttura non adeguata ed attrezzata, esistono problemi legati alla memoria, la memoria di chi  ha dato molto per quella scuola ed ora non c'è più: abbiamo per esempio un'aula dedicata al giovane Sequino, un nostro studente ucciso dalla camorra a cui ogni anno dedichiamo un premio alla memoria per la legalità , ed un albero dedicato ad un nostro caro collega, morto di scuola, perchè di scuola non solo si vive ma si può anche morire; e tutto ciò non può esser liquidato in due righe di un freddo comunicato amministrativo. Il rischio è di un forte scontro perchè l'impressione è di voler favorire i ricchi figli della borghesia collinare a discapito dei figli dei proletari delle periferie e questo, forse solo in funzione elettorale. Sappia che questa vicenda mi addolora, umanamente e professionalmente
cordialmente
Aniello Margiotta